2014, calano i matrimoni.
Fra i settori in crisi non vengono di certo risparmiati quelli che lavorano in un’agenzia matrimoniale di fatto oggi i matrimoni sono in netto calo, persino nel nostro paese dove il cristianesimo trova la sua più vasta espansione. Un po’ per la storia ereditata, un po’ per la sede del Vaticano, eppure gli italiani che si sposano non vanno oltre il 66%.
Più o meno la stessa percentuale dei canadesi e degli irlandesi. Per quanto ci riguarda, ciò accade per diversi fattori che ci impediscono di prendere determinate scelte importanti, fra cui il matrimonio. Il primo ovviamente è il fattore economico, un matrimonio costa più o meno sui 20 mila euro, fra ricevimento, banchetto vestiti vari, bomboniere e ogni altro tipo di elemento che sia anche il più piccolo fa comunque sostanza.
Quindi parliamo di una cifra oggi difficile da reperire se non c’è lavoro o se ci si basa su uno stipendio di 500 euro al mese. Un ulteriore ostacolo è quello della migrazione forzata, quella cioè che molti giovani stanno subendo oggi. In Italia tocca inventarsi un lavoro e anche quando lo si fa bisogna avere molta fortuna e molta pazienza.
Ma migrando si perdono contatti e usanze del proprio paese, quindi il modo di vivere cambia inesorabilmente. Molti si accontentano anche solo di convivere, in Gran Bretagna a farlo sono ben il 17% ma questa è una vecchia stima che oggi è considerata di sicuro in aumento, parliamo di coppie conviventi a tutti gli effetti.
A calare però sono anche i divorzi nel nostro paese e il motivo non è di certo la fede cattolica. Ma la crisi che fa trovare a tutti situazioni di comodo per andare avanti, addirittura si parla di convivenza anche fra separati in casa. Cosa non si fa pur di andare avanti e di riuscire a portare il piatto a tavola.
Oggi poi si stima che la soglia di povertà sia più alta, tanto da coinvolgere anche il ceto medio, quello che un tempo si pensava esente da determinati problemi. Fino a 10 anni fa il tasso dei divorzi era in progressiva crescita, ma con l’andare avanti sono diminuiti sempre di più. Effettivamente gli oneri sono tanti a partire da una spesa come quella dell’avvocato, l’apertura delle pratiche e via dicendo.
Improvvisamente tutti sono diventati più consapevole e più desiderosi di cercare da se un compromesso con i coniuge che non si vuol più l proprio fianco. Dal 2012 infatti si è totalmente congelato il sistema delle separazioni. Chi addirittura può spendere ma in via sempre limitata, si affida al sistema Spagnolo.
Affrontando così un viaggio, per divorziare che sembra comunque essere meno oneroso e più corto di tutto il procedimento italiano. La tristezza si è costatata anche nel momento in cui ci si è resi conto che la vita media di un matrimonio è di 16 anni. E pensare che un tempo di parlava di crisi del 7° anno, molti penseranno che con la crisi economica anche la crisi matrimoniale si sia allungata.
E invece no, a livello psicologico infatti lo stess si accumula di più, le tensioni aumentano perché alla base c’è l’incertezza economica. Tutto questo stess si ripercuote sulla famiglia è quindi oggi si parla addirittura di crisi del 3° anno, in pratica in concomitanza con la nascita dei primi figli.
Autore: giuseppeleo
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