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Infradito, l’evoluzione.

23 Aprile 2014Autore: giuseppeleo Nessun commento

Oggi la vendita di infradito  è sempre presente sul mercato, anche se si tratta prevalentemente di calzature estive. Oggi noi le vediamo come un tipo di ciabatta, sostanzialmente semplice, costituita solo ed unicamente da una parte liscia e una striscia a Y, unico elemento che le tiene ancorate ai piedi.

Secondo come noi oggi le conosciamo e le infiliamo, l’alluce e l’indice vengono separati proprio da questa fascetta a Y. Oggi vengono, il più delle volte vengono costruite con materiali naturali, come paglia e cuoio ma anche con materiali sintetici come gomma e plastica. In realtà non sono sempre state fatte così e oggi non lo sono in tutto il mondo.

Di fatto le prime infradito hanno origini antichissime, modelli non dissimili da quelli che conosciamo noi oggi, veniva già utilizzati nell’antica Roma e in Grecia. E anche lì ve ne erano di ogni forma e modello, visto che i modelli più prestigiosi e quindi più costosi, erano un vero e proprio Status Symbol, dei ricchi.

Oggi un modello di infradito viene utilizzato in Giappone sotto due tipologie gli Zori, sandali tradizionali, si tratta tutto sommato di salndali senza scarpe, molto molto simili a quelli occidentali. E i Waraji , conosciute in tutto il mondo proprio per la caratteristica di essere indossati dai giapponesi per essere indossati con delle speciali calze, chiamate in gergo tabi.

La realtà nella parte occidentale del mondo, sostanzialmente vengono utilizzate perché comode, ariose permettono il contatto con la natura, senza costringere il piede. È bene però ricordare che come tutte le cose belle, anche qui se vi è un abuso si rischia di portare il piede ad assumere una diversa e errata postura.

Di fatto secondo i podologi, visto l’unico punto di aggancio, il piede assume una posizione a tenaglia, obbligandolo quindi ad un lavoro maggiore per non perdere l’aderenza. Senza dimenticare poi le possibili esfoliazioni che le strisce laterali possono provocare sulla pelle, quando le si indossa una giornata intera, magari sudando.

In india invece va molto di moda la Paduka , sono sicuramente le più antiche in circolazione. Esse a posto della Y hanno una specie di grande chiodo, definito montante con pomello che si infila sempre tra l’alluce e l’indice. Fra i più comuni e simili vi è sicuramente il Sandalo, in quanto è sempre considerato scarpa aperta ma in maniera relativa, in quanto lo è solo sulla punta o sul tallone.

Non va dimenticato, se si è guidatori che il codice della strada pone regole molto severe anche per i portatori, di questo tipo di scarpe aperte.

Di fatto nel codice della strada prima nel ’92 era fortemente proibito guidare con scarpe non allacciate dietro la caviglia, veniva di fatto vietata la guida con ciabatte ma non quella con i sandali. Oggi tale divieto non esiste più, esiste solo la richiesta al buon senso di mettersi comunque in sicurezza, quando ci si mette al volante di un auto.

Insomma quando si guarda uno straniero che indossa le infradito, di qualsiasi tipologia siano è bene ricordare he ad ogni popolo, sembra quasi corrispondere n’utilizzo e un usanza. 

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Autore: giuseppeleo

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