I volti dei lavoratori che non vediamo.
Lo sa bene chi lavora al Seo Ferrara se c’è qualcosa che spesso non si pensa è che dietro a tutto ciò che vediamo sul web c’è un mondo di lavoratori. E dire che rispetto all’anno scorso si è riscontrato un aumento di popolarità del marketing, quindi è dovuto per forza nascere un certo numerosi professionisti del Seo.
Nati o i seguito a degli studi o perché hanno dedicato anni a questo ambito, ormai non possono farne più a meno. Forse ad essere complice è anche la crisi che in Italia sta facendo stragi di ogni tipo di mestiere. Questo si basa su diverse varianti che lo aiutano a stare a galla, una di queste se non la più importante oggi è proprio l’economia.
E anche quando il Seo è stato dato per spacciato a causa dei nuovi algoritmi di Google, questo non si abbattuto, anzi è andato avanti, trovando nuovi metodi per vincere grazie alla professionalità prima di tutto. Ma non tutti o forse nessuno pensa ai volti delle persone che lavorano a tutto quello che passa sul web.
Nell’ambito li chiamano “i nuovi proletari” o più ironicamente operai nella versione 2.0. Di fatto parliamo di persone che non hanno sesso e non hanno età e che passano le loro giornata al computer per realizzare qualsiasi cosa, video, software, siti e contenuti. E paradossalmente in Italia sono già mezzo milione.
Non hanno giorni di festa, se non quelli che possono ricavarsi fra la fine e l’inizio di un nuovo lavoro. Non hanno costanza nelle richieste, ci sono periodo in cui lavorano tanto e periodi in cui non lavorano o comunque lavorano pochissimo. Possono lavorare e programmare anche la domenica o nei giorni di festa e se hanno un lavoro da terminare sono costretti a lavorare anche la notte.
Parliamo di un mondo invisibile agli occhi dei molti, dei tanti che vivono il web solo di passaggio o che pagano per un servizio che poi qualcun’altro realizzerà per loro. Tutto questo senza alcuna tutela ma è questo nascosto nell’etere l’unico lavoro che sta sopravvivendo alla crisi, ovviamente non con pochi problemi.
I loro occhi sono sempre puntati sui monitor, dalle 5 alle 10 ore al giorno, eseguono comandi, ragionano come in quel determinato momento devono fare per risolvere un problema o per svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi. A riportare due parole sul web è stata proprio una ragazza, uno di questi volti nascosti che lavorano via etere, paragonando la vita di questi operai ad un famoso film del vagabondo più famoso della storia.
Nel lontano 1936 Chaplin raccontava nel suo film Tempi moderni, l’alienazione di uomini che per lavorare con le macchine erano costretti ad esserlo essi stessi. Gesti ripetuti, uomini piegati dalla stanchezza e dallo spasimo senza possibilità di fermarsi, dovevano solo lavorare, lavorare e lavorare.
Oggi forse il buon Charlie Chaplin nel vedere l’epoca in cui viviamo oggi lo immaginerebbe così il suo film, uomini che passano le giornate intere al computer senza staccarsi mai.
Autore: giuseppeleo
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