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Geisha, dal 1600 a oggi.

29 Luglio 2015Autore: admin Nessun commento

La Geisha con tutto il suo stile e tutte le voci che ormai si porta dietro ha in realtà origini antichissime. Anche se quella che principalmente somiglia di più alla Geisha attuale è sicuramente la figura nata nel 1600 che però era interpretata da uomini. Uomini che per la nostra cultura, ci danno più l’idea di somigliare ai Buffoni di corte del Medioevo.

Figura che però ben presto si modificò, già a partire dal 1617, quando cioè fu legalizzata la prostituzione. Già da quel momento i bordelli e le case chiuse si moltiplicarono a vista d’occhio, richiedendo quindi la presenza di queste donne così aggraziate. Vere e proprie intrattenitrici che per gli stessi giapponesi sono tranquillamente assimilabili alle prostitute.

In realtà, per la tipologia di clientela a cui miravano, ovvero una clientela facoltosa, per noi sono più assimilabili alle Escort di Novara . Ben presto quindi, questa figura così sinuosa venne associata più che ad una donna d’arte ad una donna dispensatrice di piacere.

Nonostante comunque alle geisha, per legge fu subito proibito di acquistare la licenza di prostituzione, il controllo non era partito, per cui divenne praticamente la stessa cosa. Cambia volto, almeno agli occhi del mondo soltanto nel XIX secolo, quando oramai si cominciarono ad emanare leggi più precise in tale proposito.

Nacquero addirittura case ben distinte dai bordelli, chiamate case da te, dove le Geisha operavano, distinguendola così definitivamente da quella delle prostitute. Prendevano il nome di Hanamachi e i primi furono quelli di Kyoto, capitale imperiale, cioè la capitale imperiale. La risonanza più grande si ha con il fenomeno del giapponismo, partito nel 1826.

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Questo fenomeno della fine dell’800 è dovuto alle navi mercantili di provenienza inglese, lì per la prima volta dopo una lunga chiusura e isolamento da parte della politica giapponese. Con nuovi contatti verso l’estero aprendosi così alle importazioni occidentali ed esportando in Occidente molte stampe, dette stampe ukiyo-e, le quali furono immediatamente molto apprezzate e conosciute. Vennero così richieste praticamente ovunque.

All’epoca tutto il movimento impressionista, composto da Manet, Van Gogh, Klimt rimase profondamente attratto da queste stampe, influenzando così alcune tecniche, pur provenendo da artisti di epoca contemporanea. Ad attrarre e affascinare così tanto era il loro tratto semplice e netto, privo di chiaroscuro, con la classica stesura omogenea dei colori, sempre molto chiari.

Monet, sicuramente ne fu il più influenzato, così tanto che dipinse la moglie con il kimono e il ventaglio, o lo stesso fece anche il grande Van Gogh, che proprio nel 1887 dipinse il quadro dal titolo, La cortigiana, il vero ritratto di una donna nei tipici costumi nipponici. Quindi la cultura giapponese stava influenzando anche altre culture, ma risultò comunque travisata.

Il personaggio della geisha, agli occhi degli occidentali divenne una donna sensuale e provocante, un’artista sì ma del sesso, una vera e propria sorta di rivolta contro il puritanesimo Vittoriano che in quegli anni andava sviluppandosi. Così come oggi persino i libri di arte contemporanea ci vanno tramandando.

A riportare questa stessa idea distorta nello stesso Giappone furono i soldati, durante gli sbarchi nella Seconda conflitto.

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