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Occhio secco e schermi: i consigli per ridurre i sintomi

13 Gennaio 2017Autore: ciro Nessun commento

L’utilizzo di smartphone e tablets ha oramai raggiunti picchi tali da consolidarne l’ideale all’interno di costumi e tradizioni a livello internazionale, oltre che divenire un azione tanto quotidiana d’esser persino naturale al pensiero ed irrinunciabile per le nuove generazioni: dettagli che purtroppo vantano alcuni aspetti negativi specialmente sulla vista con conseguenze spesso sottovalutate come nel caso di sindromi d’affaticamento e ridotta perfusione della lacrimazione quali l’occhio secco.

La patologia non è particolarmente nota nell’ambito comune eppure i dati confermano come la sintomatologia, e non soltanto quella, siano in costante aumento superando la soglia di screening precedentemente fissata ai 40 anni verso un trend sempre più giovane a causa proprio dell’intensità nell’utilizzo di schermi e display dalla diversa qualità risolutiva, spesso persino più elevata della capacità stessa dell’occhio di poterne percepire i pixel interni come nel caso dei famosi schermi QHD. In tali casi la sindrome dell’occhio secco non può che trovare un ambiente favorevole andando a reperire elementi etiozologici primari per la propria diffusione: l’ipolacrima, infatti, rappresenta un disturbo di lacrimazione a carico della struttura oculare con relativi danni indiretti derivati dall’alterazione dell’ambiente oculare e danni sia alla retina che al cristallino per il mancato filtro effettuato dalle lacrime naturali.

La lacrimazione è infatti importante per garantire all’occhio di poter esser sempre idratato, filtrare i raggi luminosi di diversi intensità a prescindere dalla portata di distanza, evitare possibili infezioni grazie all’azione disinfettante degli enzimi in esso contenuti oltre che favorire il perfetto movimento delle palpebre sulla superficie oculare evitando raschiamenti ed erosioni tipiche di tessuti non idratati a contatto frequente. Purtroppo tali aspetti vengono a mancare, o vengono posti a forte stress, specialmente nell’utilizzo di computer e display portatili generando tutto i sintomi proprio dell’occhio secco.

Quali sono quindi i comportamenti da evitare? Pur se non scientificamente dimostrati esistono dei determinati atteggiamenti capaci di ridurre la sintomatologia migliorando la tenuta oculare nel lungo termine pur senza dover rinunciare all’utilizzo di questi dispositivi. Tra le azioni spiccano chiaramente il corretto approccio agli schermi in termini di distanza, è infatti primario non esser particolarmente vicini ai display per una distanza di 50-60 cm dal proprio viso; assicurarsi che l’angolazione dello stesso, rispetto le fonti di luci presenti nell’ambiente circostante, sia tale da evitare ulteriori rifrazioni luminose esponendovi – oltre che alla luminosità stessa dei pixel – anche a raggi riflessi; monitorare la propria attività al fine di concedersi una pausa ogni ora per una dura di almeno 5 minuti distogliendo lo sguardo dal monitor verso un qualsiasi altro punto nell’area; generare un ambiente che, in termini di luminosità, non sia né troppo luminoso di per sé né vanti una luminosità inferiore a quella dello schermo in utilizzo.

Si tratta soltanto di alcuni, oltre che particolarmente semplici, consigli che è possibile adottare nei confronti dell’uso di computer, smartphones e tablets per evitare la comparsa dei primi sintomi dell’occhio secco, ai quali possono esser legati anche l’utilizzo di lenti da riposo ed il ricorso a supporti luminosi in LED per regolare meglio l’intensità della luce circostante.

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Autore: ciro

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