Cataratta, cos’è e come curarla con l’intervento
La cataratta consiste nell’opacizzazione del cristallino, che progressivamente perde la naturale trasparenza. Il cristallino, insieme alla cornea, ha la funzione di trasmettere i raggi luminosi alla retina, che li elabora e invia al cervello come segnali elettrici; quindi il cristallino è una vera e propria lente che, a causa dell’età o di patologie, diventa con il tempo sempre meno trasparente fino alla cataratta vera e propria. La progressiva perdita di trasparenza del cristallino è dovuta principalmente all’età, anche se alcune malattie metaboliche come il diabete oppure farmaci antinfiammatori (cortisonici in primis) e l’eccessiva esposizione ai raggi UV senza protezione, rappresentano alcune cause del disturbo. Il fumo e l’alcol rappresentano importanti fattori di rischio.
I sintomi della cataratta comprendono innanzitutto una vista annebbiata e sfocata, come se si indossassero degli occhiali dalle lenti appannate; inoltre si hanno difficoltà a percepire i colori, a vedere di notte, a sopportare luci abbaglianti e si possono vedere aloni intorno alle luci. La visione offuscata porta il paziente a rischiare di cadere, oltre al pericolo di sviluppare depressione; la cataratta insorge infatti dopo i 55 anni, quindi in soggetti non eccessivamente anziani o debilitati. L’entità dei sintomi dipende direttamente dal grado di opacizzazione del cristallino, ma non è mai presente dolore e solo raramente la cataratta colpisce contemporaneamente entrambi gli occhi (solitamente si manifesta prima in uno, poi nell’altro).
Esistono diverse tipologie di cataratta: la cataratta senile è la più frequente, comune dopo i 60-65 anni e causata da un ingiallimento del cristallino dovuto all’età. Inizialmente il soggetto ha la sensazione di vedere meglio da vicino (miglioramento della presbiopia a causa dell’aumento dell’indice di rifrazione del cristallino), ma dopo qualche tempo si presenta un calo visivo. La cataratta giovanile è precoce e solitamente è legata al diabete giovanile, le cui complicanze micro-angiopatiche portano alla vascolarizzazione del cristallino che quindi perde la sua trasparenza. Infine, la cataratta congenita o infantile è conseguenza di gravi malattie metaboliche e difficilmente trattabile.
Come si affronta il problema della cataratta? Generalmente l’intervento per la cataratta è risolutivo, in quanto porta ad un miglioramento della vista in più del 95% dei casi. Fino a pochi anni fa la tecnica chirurgica d’elezione consisteva nella rimozione del cristallino opacizzato e nella sua sostituzione con una lente artificiale. Attualmente esistono trattamenti a femtolaser o con laser a eccimeri, che evitano il ricorso al bisturi e sono ben tollerati dai pazienti. L’intervento per la cataratta sfrutta una speciale sorgente di ultrasuoni che, grazie alla loro altissima frequenza, frantumano letteralmente il nucleo del cristallino affetto da cataratta; il chirurgo quindi inserisce una lente artificiale intraoculare (IOL) che, oltre a svolgere le funzioni del cristallino, corregge anche altri eventuali difetti come la miopia, l’astigmatismo, la presbiopia ecc. Ciò significa che dopo l’intervento, non è necessario portare occhiali, perché la lente stessa è stata inserita all’interno dell’occhio; la tipologia di lente dipende dal paziente e viene decisa dall’oculistain base alla necessità.
L’intervento è minimamente invasivo e non comporta grossi disagi per il paziente; attualmente, l’intervento per la cataratta è l’intervento più eseguito ogni anno.
Autore: admin
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