Come si produce il vino, le fasi fino all’imbottigliamento
Sono milioni le persone che bevono il vino, in tutto il mondo vengono prodotte tantissime bottiglie ogni anno, ma sono pochissimi a conoscere tutti i passaggi che servono per fare il vino nel modo giusto.
In tanti credono che basta prendere un chicco di uva, spremerlo e lasciarlo riposare e il buon vino è pronto, ma in realtà non è così semplice.
Nel corso del tempo le tecniche enologiche hanno subito profonde trasformazioni e miglioramenti che hanno reso il vino un vero e proprio prodotto di qualità, di seguito scopriamo i vari passaggi che portano alla degustazione finale in bottiglia.
Per prima cosa dobbiamo definire il vino, non siamo davanti a un semplice succo d’uva ma a un prodotto che si realizza con la fermentazione alcolica del succo d’uva, chiamato anche mosto.
La fermentazione si innesca tramite dei lieviti naturali che si trovano nelle bucce degli acini e che lentamente trasformano gli zuccheri presenti nella polpa fino a farli divenire alcol etilico e anidride carbonica.
Ma che tipo di uva utilizzare? Il vino, qualsiasi sapore e colore si voglia produrre, deve essere prodotto da bacche che provengono da vitigni della specie “vitis vinifera” o altre qualità che siano incrociate con questa vite.
Per cui le uve che si mangiano solitamente a tavola non vanno bene per produrre il vino; i vitigni da utilizzare sono molti, incidono fattori climatici, ma anche il tipo di vino che si vuole produrre: secco, rosso, bianco, rosato, dolce, frizzante e così via.
La prima fase per fare il vino è l’allevamento, che si intende la modalità di coltivazione della vita, in questo caso le scelte sono tantissime e, in alcuni casi, sono obbligate dal tipo di terreno, dall’esposizione al sole e dalle condizioni del clima, ogni tipo di vitigno predilige determinate condizioni di allevamento.
Il passo successivo è la vendemmia, che innesca il processo produttivo vero e proprio, ogni tipo di uva ha il suo periodo per la vendemmia che dipende dal grado di maturazione.
Ci sono uve che maturano ad agosto, altre a settembre e quelle più tardive a novembre; ogni uva ha il suo grado di maturazione e le vendemmia va fatta in quel preciso momento.
In antichità la vendemmia veniva fatta a mano, oggi, le aziende scelgono di farla meccanicamente, in questo modo i tempi sono ottimizzati anche se la mancata super visione di contadini esperte, fa si che vengano vendemmiate anche uve non perfettamente mature.
La pigiatura viene eseguita con dei macchinari, la pigiatrice ha l’obiettivo di rompere gli acini dell’uva e provocare i succhi, in questo caso però viene rotto anche il raspo che può provocare un gusto spiacevole, per cui si usano delle macchine diraspatrici che dividono gli acini dal raspo, in modo da evitare che si includa nel processo e influenzi il sapore del vino negativamente.
Dopo la pigiatura si passa alla vinificazione, in questa fase gli zuccheri diventano alcol, solitamente più un vino è strutturato e più la fermentazione è lunga.
In questa fase si aggiungono altri prodotti per eliminare i batteri e i funghi, inoltre, bisogna tener presente che ci sono due tipi di vinificazione, quella per il vino bianco e quella per il vino rosso.
Durante la vinificazione del vino bianco, il mosto viene messo a fermentare dopo aver eliminato i residui della pigiatura e poi filtrato per renderlo più puro.
La fermentazione appena descritte si usa per la produzione di vini bianchi che non devono essere particolarmente affinati e devono mantenere la loro freschezza.
Per i rosati, la vinificazione in bianco avviene parzialmente, per far in modo che il colore sia a metà tra il bianco e il rosso; nella vinificazione del rosso, il mosto viene lasciato a fermentare con i residui della pigiatura, tutto questo dona al vino colori più o meno intensi e strutture più o meno forti, aromi intensi.
Dopo questa fase, è possibile fare anche correzioni e dare ulteriori rinforzi al vino in caso ne abbia bisogno, oppure lasciare le proprietà organolettiche inalterate.
Finito il periodo di fermentazione, bisogna fare la separazione delle vinacce dal vino, la procedura è chiamata “svinatura”, il vino così viene chiarificato e travasato in contenitori vari, come vasche in acciaio, cemento o botti di rovere, dopo si potrà proseguire con l’invecchiamento, gli zuccheri continueranno a trasformarsi in alcol.
Nel caso dei vini bianchi, la maggior parte delle qualità non hanno bisogno di un lungo invecchiamento e vengono imbottigliati rapidamente, mentre i rossi impiegano più tempo, a seconda del tipo di proprietà organolettiche che si vogliono raggiungere. Ci sono casi in cui l’invecchiamento dei vini rossi arriva fino a 5 anni o di più.
Dopo tutte queste fasi descritte si arriva all’imbottigliamento, a volte viene filtrato per renderlo ancora più pulito, eliminando batteri e depositi che possono comparire sul fondo della bottiglia; solitamente prima di riempirla si elimina anche l’ossigeno presente con l’inserimento di azoto gassoso.
Riempita la bottiglia col vino, l’ossigeno che resta tra collo e tappo viene eliminato, poi si passa alla chiusura; il vino viene conservato per poco tempo prima di essere venduto.
Abbiamo visto le varie vasi che portano alla produzione delle bottiglie di vino che ogni giorno troviamo nei supermercati, nei negozi, nelle enoteche e nelle cantine, si tratta di procedimenti che hanno bisogno di tempo e pazienza, se si vogliono ottenere risultati di qualità.
Le bottiglie di vino sono alla portata di tutti, c’è anche chi acquista vino online, grazie alla diffusione di negozi virtuali presenti sul web, dove è possibile sfogliare comodamente dei cataloghi e prendere visione delle informazioni presenti sull’etichetta semplicemente leggendo la descrizione del prodotto.
Sono sempre di più le persone che scelgono di fare acquisti sul web, ma anche le care e vecchie enoteche restano tra i posti preferiti dove acquistare una buona bottiglia di vino, anche grazie alla presenza di personale esperto in grado di consigliare le giuste qualità da abbinare al cibo.
Autore: admin
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