Corpi mobili vitreali e miopia: patologie connesse?
Individuare le cause di una qualsivoglia patologia, a prescindere dal peso che questa può vantare sullo stile di vita di un soggetto affetto, risulta spesso complesso e soggetto ad anni di ricerche pur quando la casistica assume connotati sempre maggiori e di conseguenza dovrebbe risultare facilmente comprensibile. Il caso risulta maggiormente complesso nel caso delle sindromi visive, nella fattispecie per le miodesopsie, generando spesso forti dubbi in fase di diagnosi al paziente rispetto quali siano effettivamente le cause scaturenti la sindrome.
Il primo aspetto da considerare per la comprensione dei fattori etiologici risulta da sempre la fisio-patologia della sindrome, nel caso dei corpi mobili vitreali trattasi di una progressiva degenerazione dell’umor vitreo – struttura integrante e vitale per la rifrazione solare all’interno del bulbo ottico – dando vita ad opacità traducibili con la sintomatologia descrittiva delle mosche bianche: il motivo è sostanzialmente identificato nella perdita di tenuta dell’acido ialuronico basilare per le fibre di collagene integrate, con una percentuale seppur basa ma ugualmente importante, all’interno dello strato gelatinoso del vitreo formando speciali corpi interni (frutto dell’aggregazione delle medesime fibre) chiaramente in capaci di permettere alla luce di passare assumendo una consistenza tale da respingerla invece con la generazione dei campi oscuri.
I motivi sono molteplici e spesso non del tutto indirizzabili verso le abitudini del soggetto affetto, sebbene uno scorretto stile di vita associato ad una predisposizione anche naturale (per non dire genetica) possono accentuarne sia la comparsa che accelerarne il decorso rispetto le naturali tempistiche: si parla spesso di causa secondaria per i corpi mobili vitreali, una definizione che sta ad indicare come la comparsa della sindrome sia generalmente ritenuta strettamente connessa ad uno stato patologico alternativo ma pre-esistente all’interno della struttura oculare come nel caso della miopia, una della primarie patologia visive presenti attualmente nella popolazione mondiale oltre che
Tra le cause corpi mobili vitreali quest’ultima ha evidenziato, secondo recenti studi oltre che nel corso dell’analisi della letteratura medica, una cerca correlazione offrendo importanti spunti di riflessione oltre che di analisi sia rispetto la diagnosi che la gestione nel post-diagnostico o, persino, nella prevenzione clinica. Le analisi hanno evidenziato come i processi degenerativi tipici di una miopia siano non troppo dissimili da quelli delle miodesopsie, evidenziando un certo legame che ad oggi spiega la forte correlazione casistica confermando come l’anormale sviluppo della retina – di forma irregolare nei primi e specialmente con un elevata diottria – sia tale da causare un incremento delle forze meccaniche responsabili a propria volta di una degenerazione accelerata delle fibre di collagene anche in caso di soggetti di giovane età compresi nella fascia 20-30 anni.
Non si tratta chiaramente delle uniche cause miodesopsie, la correlazione tra corpi mobili vitreali e miopia trova altre affascinanti collegamenti con altre sindromi come la patologia del microcheratocono, l’abuso farmacologico di colliri cortisonici oppure l’eventuale sofferenza di pressione intra-oculare (da non confondere con l’ipertensione tipica del glaucoma) contribuendo ad estendere la lista delle possibili concause etiologiche responsabili della comparsa di una patologia sicuramente non facile da gestire ma non incidente gravemente sullo stile di vita.
Autore: ciro
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