Droni, ottimi per il trasporto.
La tecnologia di questi giocattoli eccezionali si è evoluta in maniera incredibile in quest’ultimo anno. Con il risultato che oggi, le misure sono davvero le più svariate, il classico drone è di piccole dimensioni, utilizzato per il rilevamento di immagini mediante una telecamera a bordo. Oggi grazie ad uno studio di determinati fattori e ad un incremento delle giuste forza si è pensato bene di attuare, là dove ce ne siano le esigenze, un trasporto medicinali con droni.
Insomma l’aspetto positivo che gli si è trovato, grazie ad un gruppo di esperti riuniti tutti sotto un grande nome, ovvero quello di droniworld, è quello di poter arrivare là dove l’uomo non può e portare così i primissimi soccorsi a soccorritori che potrebbero iniziare ad attuare così tutto ciò che potrebbe salvare la vita ad una persona in pericolo.
Se pensiamo che spesso, il problema nella morte di una persona che ha avuto un incidente in luoghi difficili da raggiungere è proprio la lentezza dei soccorsi, causa l’impossibilità di raggiungere determinati luoghi. Non bisogna certo andare in una foresta o in montagna per andarci a cercare le emergenze oggi.
Purtroppo, l’Aquila, la Sardegna e oggi Genova ci insegnano che il monitoraggio del territorio dopo una catastrofe naturale ma soprattutto prima, sono fondamentali per una maggior consapevolezza dei fatti. Perché l’uomo ha dimenticato un piccolo particolare, le città un tempo non erano così grandi, l’uomo le ha estese trascurando i fiumi accanto a cui costruiva, trascurando la terra e le rocce su cui costruiva.
Abbiamo alzato palazzi, esteso città e non abbiamo chiesto a madre natura cosa ne pensava. Oggi questa torna a chiederci di pagare il conto e lo fa a rate, a poco alla volta in tutto il nostro paese. Ecco perché la consapevolezza della conoscenza del nostro territorio è di vitale importanza oggi più che mai.
Un ulteriore sbaglio che fa l’uomo e solo nel nostro paese è quello di sottovalutare la tecnologia. Di pensare a questa come uno spreco di soldi e di tempo e invece tutto sarebbe migliore se si provasse solo a riuscire a pensare o quanto meno ad imparare da chi già lo fa e chi già offre questi servizi a quante applicazione e quanto aiuto si può avere da questa.
Ma il nostro problema, quello dell’Italia in generale è sempre il pensare al lato economico a quanto da un progetto si può ricavare per le proprie tasche e non di certo per il bene comune. Di fatto comuni e enti previsti per l’ordine pubblico non dovrebbero neanche preoccuparsi di tutte quelle limitazioni o regole, stilate dall’ENAC, ovvero l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.
Il quale ha stilato un vero e proprio documento per l’uso privato dei mezzi a pilotaggio remoto. Svariate sono le norme e servono tutte a mantenere quanto meno privacy e sicurezza. Fra questi il divieto di salire oltre i 150 metri d’altezza e una visibilità sempre costante da parte del pilota che ricordiamo nel frattempo è sempre con i piedi ben ancorati per terra.
I droni devono volare ad una distanza minima di 50 metri da cose e persone, e ad una distanza massima di 500 metri.
Autore: giuseppeleo
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