Eseguire un backup rappresenta un’operazione, contestualizzata all’interno delle moderne funzionalità integrate per dispositivi e sevizi, altamente diffusa ma non propriamente semplice, ciò nonostante il meccanismo sia oramai stato sdoganato al punto da entrare di diritto all’interno del linguaggio quotidiano come un processo quasi basilare. All’interno di questo sistema di salvataggi, esiste un sotto processo particolarmente importante ma spesso trascurato come il remote backup, o meglio noto in italiano come backup da remoto.

Il remote backup rappresenta un passaggio fondamentale per proteggere i dati di progetti chiave, lavori personali oppure ricordi, il tutto sovrascrivendo enormi quantità di dati direttamente su dischi ed hard drive non localizzati i prossimità dei propri dispositivi attraverso un sistema senza fili quale si dimostra essere internet. Molti di questi sistemi sono noti come cloud storage si basano sull’utilizzo di spazi registrati, ma non fisicamente accessibili, sfruttando una banda larga per trasmettere quantitativi di dati di grandi dimensioni in poco tempo.

I vantaggi offerti da questa tecnologia sono molteplici e consentono a molti servizi di poter funzionare in presenza anche di mobile devices, aspetto non da poco visto l’incremento che smartphone e tablet vantano proprio per la possibilità di poter accedere a grandi moli di dati senza dover possedere ingenti hard disk che limiterebbero sostanzialmente la crescita e la comodità del settore. Il remote backup vanta per tale motivo un ‘importanza non casuale grazie anche al meccanismo di funzionamento alquanto singolare che, come anticipavamo nelle righe precedenti, può apparire semplice ma in realtà rappresenta un complesso lavoro di crittografia dei dati e sincronizzazione per assicurare la non perdita dei frammenti, l’ottimizzazione dei processi ma soprattutto la sicurezza in termini di privacy per evitare accessi indesiderati.

Uno dei processi più complessi nel remote backup è rappresentato dalla deduplica dei dati, capace di registrare un notevole progresso in avanti negli ultimi tempi, integrandosi perfettamente nei moderni sistemi automatizzati di backup. Ad oggi tale processo svolge la maggior parte del lavoro assicurando una serie di parametri chiave per un buon risultato di salvataggio come l’utilizzo di blocchi di lunghezza variabile che eliminano le ridondanze e l’utilizzo di singoli host dedicati in modo da evitare ulteriori ridondanze nel passaggio di dati tra i diversi dispositivi fissi prima del backup in rete attraverso la banda larga.

Ognuno di questi processi, insieme ad altri che sorvoliamo vista la complessa analisi poco utile alla comprensione del testo, rappresentano i vantaggi chiave che hanno reso il remote backup uno dei sistemi di salvataggio dei dati più utilizzati al mondo, con una finalità sia lavorativa (dimostrando la totale sicurezza nel trattamento di grandi moli di dati e di privacy) che in termini commerciali (grazie ad un utilizzo su larga scala ampiamente gestito da software automatizzati capace di abbattere le difficoltà d’interfaccia degli utenti). Il remote backup è quindi un processo funzionale quasi totalmente assimilato nei meccanismi moderni ed automatizzati, collocandosi di fatto tra le evoluzioni ed i progressi tecnologi più interessanti degli ultimi anni al quale chiunque, pur senza rendersene conto, si approccia almeno una volta durante la propria giornata.