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Venezia, qualche segreto da conoscere.

11 Settembre 2015Autore: admin Nessun commento

La Venezia attuale quella che vedono i turisti, poggia in parte su un centinaio di isolotti, mentre la restante parte poggia su milioni di pali conficcati nel fango. Solo il Ponte di Rialto poggia su qualcosa come 30 mila pali, intere arie dell’Istria furono disboscate per poter costruire Venezia, ovviamente tronchi interi di querce e abeti, i più forti, i più robusti.

I tronchi venivano trasportati verso l’attuale città attraverso i fiumi, in principio non sempre le cose riuscivano bene, certe volte il suolo sotto il fango si rivelava per niente stabile e l’equilibrio giocava brutti scherzi. Oggi lo si vede ancora dopo tanto tempo, si notano palazzi storti o campanili che pendono.

Oggi capita che alcuni canali vengano prosciugati per poter restaurare le fondamenta di alcuni palazzi, così è possibile scoprire sempre di più su quelle che erano le tecniche di costruzione dei palazzi nell’acqua, si tratta ovviamente di tecniche di secoli e secoli a dietro. I batteri che normalmente decompongono il legno, nel fango non riescono ad attecchire, perché gli manca letteralmente l’ossigeno.

Per questo è facile trovare dei pali che non si sono decomposti pur risalendo all’epoca in cui Cristoforo Colombo ha scoperto l’America. Quindi in un certo senso è come se i pali fossero stati letteralmente protetti dal fango, per questo è importante scendere almeno 4 metri sotto il livello del mare.

I lunghi pali di larice o di quercia si conficcavano per almeno 7 o 8 metri sotto il fango, fino a toccare uno zoccolo duro, fatto di argille durissime. Sopra si costruiva un piano fatto di pali incrociati, incrociati per dare stabilità ed elasticità, ma soprattutto distribuiva per bene il peso su tutti i pali, sopra poi si costruiva con mattoni e blocchi di marmo.

Quello che si è sempre cercato di ricostruire è stata la “terra” e lo si faceva gettando sabbie e detriti vari. Di fatto si trovano anche cocchi e vasellame, basi di vasi e persino ossa di animali, quindi detriti organici ed altro ancora. Sembrerebbero quindi la grande evoluzione delle capanne su palafitta, considerando che le prime furono costruite migliaia di anni a dietro.

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Quindi se si è deciso di soggiornare a Venezia, quando si cammina per le strade bisogna sapere che c’è stata tanta cura e tanto lavoro per realizzarle. Se poi si vuol sapere come ci si sente a stare fisicamente per un po’ di tempo in un edificio che sta sull’acqua, allora sarebbe bello pernottare.

Si pensa infatti che sia troppo caro, la cosa è ben diversa, se si cerca attentamente si scopre che ci sono anche persone che della propria abitazione ne hanno fatto un’attività e che quindi si trovano delle belle Guesthouse. Come il Santa Margherita Guesthouse , alla portata di tutti rilascia sensazioni puramente domestiche, detto in poche parole, sembrerà di stare a casa propria.

E magari se si è fortunati, si ci può anche imbattere in uno svuotamento dei canali per qualche restauro. Un operazione che da qualche anno il Comune di Venezia ha iniziato a fare anche per ripulire i canali.

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Autore: admin

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